Introduction

Benvenuti sul mio blog dove troverete vari argomenti. Buona permanenza.

lunedì 7 novembre 2011

Il gatto Maone

Da quando era morto suo padre, la bambina era rimasta a vivere con la matrigna e la sorellastra che la trattavano in casa sua come una serva. Uno dei compiti più duri che le erano stati imposti era quello di lavare i panni al torrente. Era dura soprattutto d' inverno.
E proprio in una di quelle fredde giornate la piccola dovette andare a lavare una montagna di roba. Ben presto le si gelarono le mani . Cercava anche di cantare, ma il fiato le si gelava in bocca . Aveva così freddo che non le riusciva di stringere il sapone, tanto che alla fine le cadde nell’acqua e fu subito trasportato dalla corrente.
Disperata, la bambina si mise a correre sulla riva, correva e piangeva, pensando a quanto la matrigna l’avrebbe sgridata e picchiata. Ad un certo punto però incontrò una vecchina che le chiese:
“Perché corri bambina ? e parché piangi così?”
“Perché m’è caduto il sapone nell’acqua e se non lo trovo prima di sera la mia matrigna mi picchierà e mi manderà a letto senza cena”
“Prova ad andare alla casa dei gatti” disse la vecchina” Là c’è il Gatto Maone, vedrai che lui ti aiuterà.”
“Ma dov’è questa casa?” disse la piccola con un barlume di speranza.
“E’ laggiù , dietro quella collinetta”.
La bimba si mise a correre ancora più svelta, non vedendo l’ora di poter trovare qualcuno che l’aiutasse. Passata la collinetta , vide un castello in mezzo agli alberi e pensò che quella doveva essere la casa dei gatti.
Una volta giunta davanti al portone bussò pianissimo , con le mani ancora gelate, e le venne ad aprire un gatto:
“Che cerchi, bambina, alla casa dei gatti?”
“Cerco il Gatto Maone perché m’è caduto il sapone nell’acqua e quella vecchietta m’ha detto che lui mi può aiutare...”
“Ah, cerchi il Gatto Maone...Allora va’ più su”
La bambina iniziò a fare le scale , che però non finivano mai . Ad un certo punto vide un gattino che stava lavando le scale , ma il secchio era addirittura più grosso di lui e il povero gattino non riusciva neanche a bagnare lo straccio.
“Dai a me, che ti aiuto io” dissa la piccola .E in poco tempo le scale erano perfettamente lavate.
Continuando a salire incontrò un altro gatto che con una grossa pala cercava di riempire una caldaia di carbone, in una stanza fumosa e caldissima , tanto che mancava il fiato.
“Ma che fai gattino? Sei troppo piccolo per questo lavoro...dammi la pala che ti aiuto io...”
Il gattino le diede la pala e la piccina , sudando e faticando, mise tutto il carbone nella caldaia.
“Ma dov’è il Gatto Maone? Povera me , è passato tanto tempo , fra poco farà notte ...il mio sapone ...povera me...”
“Il Gatto Maone è più su...fai un altro po’ di scale e lo troverai.”
La bimba si inerpicò di nuovo su per quelle scale col cuore in subbuglio.
Ad un certo punto incontrò un gattino che , in piedi sopra ad uno sgabello, stava impastando una grossa quantità di pane nella madia.
“Ma ...gattino...che fai? Sei così piccolo...hai le zampette così piccole...come farai ad impastare quella montagna? “
“E’ il pane di noi gatti ... sai , siamo tanti ...”
“Ma su, scansati che ti dò una mano “ disse la bambina . Ed impastò a dovere tutta la montagna di pasta e preparò pure i filoni e li mise sulla tavola.
Poi le tornò in mente il sapone...e riprese a correre su per le scale.
Era ormai arrivata al decimo piano quando finalmente entrò in una grande sala , lucida di marmi e di specchi , con un trono al centro, su cui era seduto un grosso gatto dal pelo lungo e la corona in testa.
“Buongiorno” disse la piccina” E’ lei il gatto Maone?”
“Sì bambina, sono io. Che cosa vuoi da me?”
E la piccola gli raccontò tutto, del sapone e della vecchina e della matrigna e delle botte che avrebbe preso per colpa di quel sapone che le era scivolato di mano.
Il Gatto Maone chiamò tutti i gatti a raccolta e chiese loro che cosa pensavano della bambina.
“Con me è stata bravissima ! Ha lavato le scale al posto mio , e io non le avevo neanche chiesto niente!” disse il primo gattino.
“ Oh, è stata tanto buona anche con me...Mi ha aiutato a mettere tutto il carbone nella caldaia ...e non glielo avevo neanche chiesto!” disse il secondo gattino.
“Oh , con me è stata ancora più buona...mi ha aiutato ad impastare il pane ed ha fatto tutti i filoni, pronti per la cottura ! Ed non glielo avevo neanche chiesto!” Disse il terzo gattino.
“Basta” fece il Gatto Maone ” ho capito “.
“Ecco bambina, questo è il tuo sapone e poi voglio farti anche un regalo: prendi questo pacco, contiene un vestito bellissimo,e domattina mettilo prima che faccia giorno.Poi quando sentirai ragliare l’asino non ti voltare, ma quando sentirai cantare il gallo voltati. Ora va a casa , ti farò portare dai miei gatti sulla mia carrozza”
Infatti fece in un battibaleno, poco dopo la piccina era già a casa nella sua cameretta.
Al mattino prestissimo, si svegliò si infilò il vestito che era davvero bellissimo, era fatto di cielo con raggi di sole davanti e raggi di luna dietro . Era ancora lì tutta incantata a guardarsi, quando sentì ragliare l’asino . La bimba ricordò le parole del Gatto Maone e non si voltò, ma quando sentì cantare il gallo si voltò e subito le comparve una stella in fronte , così bella che le illuminava il volto , facendola apparire splendente.
La matrigna che passava davanti alla sua cameretta , vide quella luce che filtrava da sotto la porta e stupita l’aprì. Quale non fu la sua meraviglia nel vedere la figliastra con un tale vestito e con quella stella sulla fronte ! Volle sapere tutto, naturalmente, e la bambina le raccontò il come e il perché per filo e per segno.
La matrigna allora chiamò sua figlia e le disse:
“Svelta, vai anche tu al fiume , fai cadere il sapone nell’acqua e poi vai dal Gatto Maone, alla casa dei gatti . Lui darà anche a te questo splendido vestito e la stella in fronte !”
La ragazzina era riluttante, non le piaceva tanto l’idea di andare al fiume con quel freddo, ma sapeva che con sua madre non c’era niente da fare se non ubbidire.
Arrivata al fiume fece cadere il sapone di proposito e si avviò lungo la riva. Incontrò anche lei la vecchina che le chiese:
“Dove vai fanciulla?”
“Ma cosa te ne imprta a te dove vado , brutta vecchiaccia! Fatti gli affari tuoi e stai lontana da me:”
Siccome la sorellastra le aveva detto dove si trovava la casa dei gatti , continuò a camminare verso quella direzione finché non la vide.
Arrivata al portone cominciò a bussare e siccome non le aprirono subito prese a tirar calci alla porta e a strillare: “Gatti! Gattacci ! ma dove siete ?”
Finalmente le aprì il gatto guardiano:
“ Che cosa vuoi bambina?”
“Pussa via brutto gatto, fammi passare” e si mise a salire di corsa verso i piani alti.
Quando vide il gatto che stava lavando le scale si mise a ridere:
“Oh bella! guarda ‘sto gatto quant’è ridicolo ! ma pussa via bestiaccia .” E dette una calcio al gatto e al secchio che rotolarono giù per le scale.
Quando vide il gatto che caricava il carbone per poco non si fece venire un malore per il gran ridere:
“Ma non lo vedi che non arrivi neanche al portello ? come pretendi di fare ‘sto lavoro? Aspetta che ti aiuto io ....” Lo prese per la collottola e lo buttò dentro la cadaia.
Più in su, incontrò il gatto che faceva il pane e anche qui si fermò a schernire il povero gatto :
”Ma guardate, un gatto che vuol fare il fornaio ! S'è mai vista una cosa più ridicola di questa?
Guarda come si fa il pane...” Prese il gatto per la coda e lo lanciò sopra la pasta dove poi il gatto cominciò ad affondare.
Dai e dai giunse infine alla sala del Gatto Maone.
“Che cosa cerchi bambina , alla casa dei gatti?”
“ Senti gattaccio, non farmi perdere altro tempo. Sono venuta a prendere il sapone, il vestito e la stella”
Allora il Gatto Maone chiamò tutti i gatti e chiese loro che cosa pensavano di quella bambina.
“Per carità “ disse il primo” A me ha dato un calcio e mi ha scaraventato giù per le scale ...E poi non le avevo fatto niente!”
“E a me allora?” fece il secondo” Mi ha buttato nella caldaia insiema al carbone ...Perché
poi?..non le avevo fatto niente ! ”
“ Anche con me si è comportata male” disse il terzo” Mi ha buttato nella pasta del pane,
ma anche io non le avevo fatto niente...Stavo lì che impastavo...”
“Ho capito” disse il Gatto Maone “ Ecco il tuo sapone , bambina. Ed ecco il tuo vestito , è qui nella scatola , mettilo domani mattina presto, quando è ancora buio ..E mi raccomando , quando senti cantare il gallo non ti voltare , ma quando senti ragliare l’asino, voltati.”
La bambina prese il suo pacco e si diresse verso casa, senza neanche salutare.
Al mattino dopo , si svegliò che era ancora notte e si mise il vestito . Poi aspettò che cantasse il gallo e lei non si voltò, quando invece sentì ragliare l’asino si voltò ....e le cominciò a spuntare in fronte una brutta codaccia d’asino che più la tagliava e più cresceva. Inoltre, quando fu giorno si accorse che anche il suo vestito era orribile: fatto di stracci , pieno di toppe ed era pure puzzolente , sapeva di stallatico... La madre cercò di levarglielo , ma per quanto si sforzasse, non ne fu capace , tanto che alla fine per non sentire più quell’ odore terribile la scacciò di casa e sua figlia finì per fare la raminga nei boschi .
Con la sua coda d’asino sulla fronte e il suo vestito di stracci.
La sorellastra invece, splendida nel suo vestito di cielo , che aveva il sole davanti e la luna dietro , e con la sua stella luminosa in fronte, presto fu chiesta in sposa dal principe che la condusse al suo castello, dove visse amata e lodata da tutti per tutta la vita.